Una vera e propria mostra
collettiva realizzata da artisti, pittori, fotografi e giornalisti sulle finestre
della storica facciata del seminario di San Miniato che il pittore fucecchiese Francesco di Pietro Chimenti affrescò nel
1705 dando all'edificio l'aspetto attuale. Edificio che fu poi inaugurato
solennemente nel 1713. Per tutto il
mese di dicembre, ogni sera è stata scoperta un'opera. Ora il calendario
dell'avvento è diventato presepe, nasce
nel cuore della città e della diocesi di San Miniato ma si apre al mondo e al
tempo, alle sue povertà, alle sue ingiustizie, alle sue periferie.
"Tutto questo viene portato alla culla di
Betlemme per diventare segno di speranza per l'uomo di oggi" - spiega
Fabrizio Mandorlini tra gli ideatori dell'iniziativa - "Alla
sensibilità di artisti e pittori come Sauro
Mori, Lorenzo Terreni, Luca Macchi, Gramoz Mukja Amos, Rosi De Biasio, Alma Francesca,
Vilma Checchi, Carla Billeri, Giulio Greco - continua - si è aggiunta una
visione più ampia e globale con gli scatti d'autore della giornalista di
Famiglia Cristiana e Avvenire, inviata in aree di crisi Romina Gobbo, del fotoreporter vicentino Fabio Zoratti e del
sanminiatese Pier Paolo Pernici. Portandoci a stretto contatto con le
difficoltà e le speranze del Medio Oriente e dell'Afghanistan, con la
sensibilità religiosa dell'India, con le povertà dell'Africa.
Un calendario "global" in cui trovano spazio la rappresentazione dei profughi di ogni tempo (oggi siriani e africani, più di duemila anni fa lo furono Maria e Giuseppe a Beltemme), dei migranti del Mediterraneo, degli ultimi del mondo. A completare l'insieme, la parola di due insegnanti Patrizia Bianconi e Silvia Giannoni diventata una sorta di murales". Il calendario si intitola "Il Natale nel mondo, per una pace tra i popoli" e a suggellare il tema sono interpretati anche argomenti del secolo scorso come le due guerre mondiali e i campi di sterminio. Non mancano i riferimenti biblici e alla liturgia come il leone e l'agnello che richiamano la Stirpe di David, Santa Sofia che rimanda con il suo significato simbolico a Istanbul e al dialogo interreligioso, il sole alla Festa ebraica della luce. E' la prima volta che è stato provato un intervento di arte moderna su una facciata storica con una realizzazione di grande impatto visivo e le finestre del palazzo che fanno da cornice naturale alle opere. A dimostrazione della particolarità dell'iniziativa, le telecamere del TG3 Rai Toscana sono intervenute alla cerimonia di presentazione.
Un calendario "global" in cui trovano spazio la rappresentazione dei profughi di ogni tempo (oggi siriani e africani, più di duemila anni fa lo furono Maria e Giuseppe a Beltemme), dei migranti del Mediterraneo, degli ultimi del mondo. A completare l'insieme, la parola di due insegnanti Patrizia Bianconi e Silvia Giannoni diventata una sorta di murales". Il calendario si intitola "Il Natale nel mondo, per una pace tra i popoli" e a suggellare il tema sono interpretati anche argomenti del secolo scorso come le due guerre mondiali e i campi di sterminio. Non mancano i riferimenti biblici e alla liturgia come il leone e l'agnello che richiamano la Stirpe di David, Santa Sofia che rimanda con il suo significato simbolico a Istanbul e al dialogo interreligioso, il sole alla Festa ebraica della luce. E' la prima volta che è stato provato un intervento di arte moderna su una facciata storica con una realizzazione di grande impatto visivo e le finestre del palazzo che fanno da cornice naturale alle opere. A dimostrazione della particolarità dell'iniziativa, le telecamere del TG3 Rai Toscana sono intervenute alla cerimonia di presentazione.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5999f186-9d3c-4362-bd9f-fc6636c587a3-tgr.html#p=0
Sotto: momenti della presentazione con Andrea Mancini, Luca Macchi, Fabrizio Mandorlini e gli autori delle opere.
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