Dal 2015 Alessandro Zuri durante il periodo Natalizio, realizza un
Presepe nello spazio antistante la chiesa parrocchiale, con sagome in legno ad
altezza naturale; quest'anno vi sarà un allargamento e verrà ambientato nelle
strade del borgo con l'obiettivo dei prossimi anni, di ricreare le scene del
presepe popolare in prossimità delle ormai scomparse botteghe e laboratori
artigiani, per dare una nuova vita alle strade e vicoli. A pochi
chilometri da San Casciano dei Bagni, nell’Alta Tuscia, si trova il borgo di
Trevinano, a ridosso della riserva naturalistica del Monte Rufeno dove si congiungono
la Toscana con l’Umbria ed il Lazio.
Il nome antico di Trevinano era Castrum
Trivinani, indicando probabilmente con questo toponimo il borgo posto in
prossimità di un Trivium, un incrocio
di tre strade, che portano tutt’oggi verso Siena, Orvieto e Acquapendente dove
incontriamo la via Cassia, di Francigena memoria, ripercorsa oggi da fedeli che si recano a Roma.
Diverse furono le Signorie che governarono per tutto il medioevo su
Trevinano: i Visconti di Campiglia dall’anno 1000 al 1327, i Monaldeschi della
Cervara fino al 1592; nel 1687 divenne proprietà dei Bourbon del Monte e dal
quel momento la storia di Trevinano è direttamente collegata a quella di
Acquapendente, di cui ne costituisce oggi una frazione.
Tutto il paese era in antichità un castello con la sua cinta muraria; la
prima torre di guardia risale all’anno 1000 e successivamente affiancata da un
fortilizio destinato alle guarnigioni. Nel borgo vi erano due porte di accesso
una delle quali, tutt’ora esistente è in prossimità del
castello, orientata verso il territorio senese; sul lato contrapposto, vi era
la porta che conduceva verso Roma. Trevinano è costruito su una possente rupe rocciosa ed è caratterizzato
dal versante di levante che precipita bruscamente verso il basso, denominata
per questo la balza, lungo la quale vi
sono in lunga fila le case con la Chiesa parrocchiale e il castello, mentre ad
ovest si affaccia sul Lago di San Casciano. E’ una
caratteristica di questa parte di territorio la presenza di abitati su rupi di
origine vulcanica, quali Orvieto e Civita di Bagnoregio, erose dal ritiro delle
acque nel periodo preistorico.
Un tempo
Trevinano segnava il confine fra lo Stato della Chiesa e il Granducato e la
torre del castello era a guardia delle vallate circostanti, contrapponendosi
alla rocca di Radicofani, fortilizio delle guarnigioni del bandito Ghino di
Tacco, predoni che infestavano le carovane in transito sulla via Cassia.
Oggi il borgo
è abitato da circa 100 persone ed è meta di viaggiatori ed escursionisti richiamati
dall’ospitalità della ristorazione della trattoria Da Gianfranco, con piatti tipici dell’AltaTuscia, La Parolina, L’Hosteria di Villalba.
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